I canestrelli piemontesi non sono da confondere con i liguri in voga nella grande distribuzione, quelli a forma di fiore bucato e immersi nello zucchero a velo. Per il piemontesi il canestrello è invece una cialda bruna e rotonda al cacao. Ai classici ingredienti per dolci come farina, zucchero, uova e burro sono aggiunti cacao amaro e zuccherato, vino rosso, rum e noce moscata.
La storia dei canestrelli piemontesi:
Il nome sarebbe dovuto agli antichi cestini di vimini detti canestri, dove i cuochi di un tempo usavano adagiare i dolci appena sfornati. Sarebbero nati già nel Seicento. La ricetta più antica mai ritrovata risale al 1633 ed è del 1750 un conio di ferro utilizzato per realizzarli e proveniente da un’erede di un’antica famiglia vissuta tra Crevacuore e Masserano.
Anche altre famiglie crevacuoresi, tra la fine dell’Ottocento e il Novecento hanno conservato antiche ricette, anche personalizzate, che usavano donare alle figlie come una dote preziosa. La preparazione di questi biscotti era carica di significato a tal punto che era usanza recitare una preghiera durante la cottura di ciascun lato.
Le ricette canestrelli:
Strano a dirsi ma la ricetta originale dei biscotti canestrelli prevedeva già il carissimo cacao. Un tempo al posto della noce moscata si utilizzavano invece i chiodi di garofano e al posto del rum il marsala o il vermuth, alcolici utilizzati tradizionalmente per i dolci da Nord a Sud Italia. Il rum fu introdotto nella seconda metà dell’Ottocentro e altre varianti prevedono l’utilizzo di nocciola, limone, caffè, menta, limone, pistacchio e in epoca ancora più recente persino al cocco.
Tradizionalmente erano preparati dalle famiglie abbienti in occasione dei matrimoni, dunque erano dolci da occasione mondana, mentre oggi si trovano come comuni sfiziosità del dopo pasto. Vengono anche consumati con il the o accompagnati a dolci a cucchiaio per arricchire il piatto finale. Si riconoscono dal particolare reticolato impresso con un conio ad hoc in ghisa o ferro che schiaccia le palline di impasto riducendole in cialda. Sono stati ritrovati attrezzi già datati 1600 incisi con gli stemmi delle famiglie.
Territorio:
Il territorio che un tempo rappresentava il Principato di Masserano e il Marchesato di Crevacuore è nel biellese ed è la zona di origine dei canestrelli. In particolare, il Comune di Crevacuore è il centro della produzione, che iniziò presso le famiglie più importanti per i matrimoni ma che nel Canavese è attestata anche in occasione di altre festività come battesimi e feste patronali. L’area di produzione comunque è estesa, perché oltre a Crevacuore e nei Comuni canavesani, i canestrelli sono preparati anche a Ivrea e a Borgofranco di Ivrea, Mazzé e in diversi Comuni della Val di Susa come Vaie.
Oggi è un insieme di rovine ma un tempo l’antico castello di Crevacuore, casa dei canestrelli era abitato e dominava la collina. Apparteneva ai Ferrero-Fieschi di Masserano ed oggi è parte del patrimonio che il territorio cerca di tutelare. Il Comune è noto anche perché grazie ai privilegi della famiglia ospitò una zecca ed esistono ancora alcune monete datate Quattrocento e Cinquecento.
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