Dal 20 al 23 settembre 2019 a Bra (CN) torna Cheese, la manifestazione che riunisce i migliori produttori di formaggi con l’intento di raccontare e far conoscere l’intera filiera. La sfida di quest’anno verte sul tema ‘Naturale è possibile’, che sarà affrontato sotto diversi punti di vista, dall’aspetto agricolo a quello di produzione del formaggio. L’obiettivo è dimostrare come sia possibile eliminare nitrati, solfiti artificiali e le bustine di batteri preconfezionate da salumi, vini e formaggi, per restituire un prodotto autentico e sano. In particolare, la manifestazione punta a dimostrare come i formaggi senza fermenti di sintesi siano la vera espressione del territorio e garantiscano legittima biodiversità.

Alessandro Vargiu / Archivio Slow Food

La biennale che racconta una filosofia

Cheese è un evento internazionale biennale che racconta una filosofia produttiva intrisa di consapevolezza e rispetto per la natura. La manifestazione, che mette in mostra i prodotti dell’intera filiera, dal latte crudo ai latticini fino ad arrivare alle varie forme del formaggio, parte proprio dal concetto di produzione etica, con al centro il benessere dell’animale, la qualità delle materie prime e il processo produttivo biologico senza l’uso di sostanze chimiche prodotte in laboratorio, utilizzate ad oggi principalmente dalle multinazionali. Per raccontare al meglio la storia di un’evoluzione inarrestabile, i protagonisti dell’evento non saranno solo i formaggi ma anche salumi e vini. Girovagando tra un profumo e l’altro, i visitatori scopriranno per tre giorni una Bra diversa, intrisa di valori e presidi, laboratori e appuntamenti di qualità. Anche le scuole sono interessate dalla manifestazione, con le attività educative dedicate ai più piccoli e incentrate sulla produzione del formaggio.

Paolo Properzi / Archivio Slow Food

La storia di Cheese

La storia di Cheese affonda le sue radici nella campagna che Slow Food portò avanti per tutto il 1998 per ottenere le deroghe al regolamento europeo sull’Haccp, che penalizzava le produzioni regionali su piccola scala. Nel 2000 erano già centinaia di migliaia le firme raccolte a livello internazionale per il manifesto a difesa del formaggio a latte crudo, l’ingrediente segreto che, mantenendo vivi i fermenti naturali, evita di utilizzare sostanze prodotte in laboratorio. Nel 2003 matura l’idea di un modello di produzione alternativo, slegato dalle logiche delle grandi aziende e volto a valorizzare i piccoli produttori che operano nel rispetto dell’ambiente e degli animali. Quell’anno alla manifestazione parteciparono oltre 150mila persone e gli espositori arrivarono fin dalla Russia e dagli Stati Uniti. Negli anni successivi l’attenzione si concentra sui formaggi caprini e poi su quelli a pasta erborinata, con una panoramica internazionale utile a convalidare certi formaggi come vero e proprio patrimonio agroalimentare. Così fino ad oggi, tempo di consapevolezza e gusti unici

Paolo Properzi / Archivio Slow Food

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