La Castagna di Cuneo, oggi con Indicazione geografica protetta, è stata per secoli la regina incontrastata delle tavole contadine in quanto perfetto sostituto dei cereali. Sul territorio è stata fonte di guadagno e lavoro, occasioni di socialità e affari. La sua popolarità è durata quasi un millennio, dalla fine del 1200 fino all’inizio del secolo scorso.

castagna di cuneo
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La storia della castagna di cuneo

Dalla fine del 1200, la castagna di Cuneo ha vissuto epoche di grande fortuna commerciale per l’economia montana ed è stata protagonista sulle tavole della popolazione rurale per generazioni. Era sostituita infatti ai cereali in quanto è un frutto ricco di proteine, facilmente reperibile e a lunga conservazione. La sua importanza in tavola era primaria, tanto che il castagno era anche identificato e chiamato “albero della vita”. Nel 1291 era già citato nei documenti ufficiali dei Comuni di Mariniana Po ed Envie. Ed è il carteggio della Certosa di Pesio, relativo ad acquisizioni territoriali, che svela come all’epoca delle lettere, tra il 1173 e il 1277, un quinto delle terre coltivabili fosse fruttato per i castagneti.

Ma la sua fama fu dirompente a partire dal 1500 arrivando a toccare Argentina e Stati Uniti. All’epoca erano molti i mercati dove i contadini vendevano le castagne prodotte nei villaggi alpini e appenninici, innescando anche occasioni di socialità: da Borgo San Dalmazzo a Venasca, da Saluzzo a Garessio. Il più grande e noto però, ed esiste ancora oggi, è sempre stato quello di Cuneo dell’11 novembre, la fiera di San Martino.

castagna di cuneo
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La produzione della castagna di cuneo

Il mercato delle castagne ha prosperato fino a metà del 1900, con il grande esodo verso le città industrializzate, che ha trasformato l’economia e spopolato la montagna. Il recupero del valore della tradizione in atto però dagli anni Ottanta, ha portato al riconoscimento Igp e alla nascita dell’apposito consorzio per la tutela e la valorizzazione sia del frutto fretto, secco o ridotto in farina.

Per quanto riguarda le castagne secche Igp, si segue oggi sul territorio la tecnica storica: a fuoco lento per circa un’ora in essiccatoi di muratura, poi immerse a temperatura ambiente fino a 80 giorni prima di passare all’asciugatura. La perdita di peso è consistente, circa due terzi, ma è impareggiabile per tempo e comodità di conservazione. Oggi negli Stati Uniti il mercato delle castagne è quasi del tutto italiano, grazie agli ottimi rapporti commerciali che soddisfano il fabbisogno americano di famiglie di origine italiana, portoghese e spagnola.

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Territorio:

Il regno della castagna di Cuneo è grande circa ottomila ettari e si estende dalla Valle Po alla Valle Tanaro, in 109 Comuni tra montagna e fondovalle. Come prevede il marchio Igp, ed è stata la terzo prodotto in tutta Italia a riceverlo, può essere infatti raccolta fra i 200 e i 1000 metri di altitudine.

I castagneti Igp crescono poi in aree soleggiate e riparate dal vento e le castagne vengono raccolte come di consueto fra settembre e la fine di novembre, ma solo dopo aver pulito magistralmente il sottobosco dall’erba e cespugli. Rigorosamente senza utilizzare il diserbante. Da Aisone a Viola, da Bagnolo a Ceva, il territorio dei castagneti è sempre più tutelato. Sono proibiti per esempio i fertilizzanti, e sono richiesti terreni con particolari caratteristiche: un ph sub acido, ottimo drenaggio e senza calcare, per garantire lo standard qualitativo e le caratteristiche organolettiche del prodotto.

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